In questo articolo la drammaturga Veronica Cojaniz, vincitrice della borsa di studio MateâriuM 2018, ci racconta la genesi del testo PSICO-TASSO che andrà in scena il 26 maggio alle 20.00 presso il teatro Palamostre di Udine.
Qualche mese fa scoprii, tra i banchi di scuola, un autore per cui provai subito una forte simpatia: Torquato Tasso, dal carattere profondamente turbato, contraddittorio, “bifrontale”, che rispecchia cioè la crisi di un’epoca tesa tra l’umanesimo rinascimentale, con la sua visione edonistica, e il moralismo della Controriforma. L’opera principale è la Gerusalemme liberata (1580), un poema epico-cristiano ambientato nel periodo delle crociate, la cui trama ruota attorno allo storico condottiero Goffredo di Buglione, che l’autore immagina essere stato incaricato dall’Arcangelo Gabriele di condurre l’attacco finale contro Gerusalemme; qui avvengono quindi gli scontri tra cristiani e pagani, con l’aiuto rispettivamente di angeli e demoni, fino a quando, tra duelli, strane avventure e intrighi amorosi, i cristiani riescono a conquistare la città.
Uno dei passi più intensi dell’opera è sicuramente il duello tra Clorinda, una combattente della fazione musulmana, e Tancredi, un crociato innamorato della sua avversaria. Accade tuttavia che, per una serie di circostanze fatali, Clorinda ha cambiato armatura e perciò, quando i due si scontrano, Tancredi non la riconosce. Dopo un feroce combattimento il duello si conclude tragicamente. In questo passo Tasso evoca al contempo lo scontro e l’amplesso, e in poche pagine condensa alcuni dei maggiori conflitti dell’uomo: amore e morte, ragione e follia, desiderio e dovere, fede e peccato, verità e illusione… Temi universali che rendono quei versi senza tempo. L’autore stesso fu tormentato nel corso di tutta la sua esistenza da ognuno di questi conflitti, in modo così radicale da cadere nella follia. Forse è per questo che mirabilmente riesce a trasportare il lettore nell’oscurità e nel caos della natura umana e del mondo, e allo stesso tempo sublima questi sentimenti, questo conflitto in cui si trovano i due personaggi e ogni uomo ponendolo in una forma perfetta: c’è un perfetto equilibrio tra caos e armonia, bellezza, catarsi.
Degne d’un chiaro sol, degne d’un pieno
teatro, opre sarian sí memorande
Quando i libri parlano! Lessi questi versi, nel medesimo passo, e mi si accese una lampadina, così decisi che quello sarebbe stato il soggetto del mio corto teatrale. In realtà, poco dopo l’iniziale entusiasmo, sorsero ovviamente dubbi e problemi “pratici”: come mettere in atto il duello? Come fare affinché non risulti noioso e sia comprensibile e piacevole anche per chi non conosce l’opera?
Ne parlo con Alessandro di Pauli, e alla fine maieuticamente partorisco l’idea: un Tasso metateatrale, uno Psico-Tasso! Ossia mettere in scena, in un solo tempo, Tasso, il duello dei due personaggi, e in fin dei conti anche me stessa e gli attori. È la storia di un regista un po’ psyco (quanto Tasso, d’altronde) che, coadiuvato da uno strano aiutante (che tende però a zittire e lasciare in ombra) deve allestire a breve uno spettacolo per il Palio Studentesco, insieme a un attore e un’attrice piuttosto reticenti. Questo regista, artista paranoico e turbato, ha deciso di mettere in scena il duello di Clorinda e Tancredi; è tuttavia alla ricerca della maniera perfetta per farlo e balena tra l’indecisione e il fallimento, mentre il giorno di debutto si avvicina e le tensioni tra i componenti della compagnia crescono sempre di più.
La storia è questa, adesso tocca agli attori e al regista Luca Martini darle vita! Qualcuno mi ha detto: “ci sono persone che aspettano tutta la vita un’opportunità del genere e non la ottengono mai!”… Me ne rendo conto, e per questo ringrazio di cuore tutti gli attori, Luca e in generale Teatro Club, oltre a MateâriuM ovviamente! Mi hanno dato una possibilità fantastica, che d’altra parte è per me anche una grande sfida. Ogni sfida poi presuppone un rischio: il rischio di fallire, di deludere se stessi o gli altri. Inoltre il teatro, necessitando di attori che impieghino il loro tempo e la loro professionalità e di spettatori a cui comunicare, mi carica di una doppia responsabilità, verso i primi e verso i secondi, resa ancora più grande dallo scarto di esperienza tra me e le persone che si sono rese disponibili a mettere in scena il mio testo. Insomma, proprio come il regista psycho, ho paura di non essere all’altezza… degli attori, del pubblico, delle mie aspettative e di quelle altrui, dell’arte stessa. Ma la fiducia che mi è stata data è un grandissimo sostegno: se fossi da sola ad affrontare questa sfida forse avrei già mollato, ma per fortuna ci sono un sacco di persone che credono in PSICO-TASSO!
Veronica Cojaniz
Nata a Tolmezzo nel 2000, studentessa del quinto anno al liceo classico Stellini di Udine. Partecipa a diversi laboratori teatrali e al progetto di alternanza scuola- lavoro con il CSS di Udine. Ha collaborato con il Messaggero Veneto all’interno dell’alternanza scuola lavoro e il giornalino scolastico Asteriskos. Nell’inverno/primavera 2018 ha partecipato al laboratorio ABC della drammaturgia organizzato in collaborazione con Teatro Club Udine.
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