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Il delirio linguistico di una donna incinta impazzita, interprete del Parlamento europeo, diviene la metafora della crisi del Vecchio Continente. Spettacolo vincitore del premio Scenario 2015.

 

di e con Angela Dematté


collaborazione drammaturgica Rosanna Dematté


regia Gruppo Mad in Europe


scene e costumi Ilaria Ariemme


disegno luci e audio Marco Grisa


coproduzione Pierfrancesco Pisani, CapoTrave / Kilowatt / Progetto Goldstein

 

 

Mad in Europe Angela Dematté

 

Il progetto “Mad in Europe”

 

Il progetto parte da innumerevoli suggestioni.
Vi è una riflessione sulla “parola” e sul “linguaggio” e cosa esso comporta nelle nostre vite.
Vi è una seconda riflessione, che parte da una serie di incontri indetti dalla Commissione europea a cui abbiamo partecipato e che sono nati nel tentativo di scrivere “The mind and body of Europe: a new narrative.”
Vi è una terza suggestione, che parte da una prozia rimasta in manicomio per 80 anni della sua vita. Vi è una quarta, inaspettata, suggestione, che è una gravidanza a sorpresa.
Ciò che scaturisce (ed è il nostro progetto) è una donna incinta impazzita.
Al Parlamento europeo. Ella sapeva parlare molte lingue… ma ora riesce a formulare solo un “dialetto” internazionale, strano e informe. Soprattutto non ricorda assolutamente più la sua lingua madre, la sua “Muttersprache”. L’ha rifiutata e ora non la ricorda più.
Di chi è la colpa? Dovrà andare molto indietro per cercare di uscire dalla nevrosi in cui è caduta. Rientrare in un’eredità scomoda: materna, religiosa, demodé, di cui pensava di essersi liberata. Resta da capire se troverà ancora qualcosa (se lo vorrà) o se è tutto smarrito per sempre.

 

La compagnia MAD IN EUROPE non esiste prima di questo progetto. Esistono persone che lavorano insieme in numerosi progetti teatrali e sentono di avere un pensiero e una ricerca comuni. Accettano la proposta di Angela Dematté che ha un’idea matta in testa (a mad idea): lavorare sul linguaggio per lavorare sulle radici e sulla vergogna, sull’estetica contemporanea, su cosa intendiamo oggi per “libertà”. I “Mad” che accettano questo esperimento sono: Ilaria Ariemme (costumista e scenografa per prosa, lirica e altro), Marco Grisa (light designer e tecnico), Rosanna Dematté (plurilingue curatrice di mostre d’arte in Austria) e Angela Dematté (attrice e drammaturga, Premio Riccione 2009). Siamo tutti cittadini europei.

 

Motivazioni della giuria premio Scenario 2015

 

Lo spettacolo ha vinto il prestigioso Premio Scenario 2015 con la seguente motivazione: “Angela Demattè dimostra maturità di scrittura scenica sostenuta dall’invenzione di un personaggio alla deriva e dalla ricerca di una lingua capace di raccontarlo. La frammentazione dell’interiorità di una donna si fa metafora della crisi dell’utopia europea: la scissione fra maternità, religione e ruolo sociale si rifrange nel mescolamento delle lingue dando vita all’ossimoro di una koiné babelica”.

 

Dicono dello spettacolo

 


Uno spettacolo di rara intelligenza creativa, un patchwork di espressioni e sonorità verbali che diventa la miglior parafrasi della deriva di una donna contemporanea in conflitto con gli stereotipi di genere e con un passato soffocante. Una riflessione profonda e al tempo stesso ironica sul potere della parola e del linguaggio, e sull’influenza che esercitano nel nostro quotidiano, accompagnata da brillanti soluzioni sceniche.

 

Mad in Europe è uno spettacolo comico che ha il pregio di rappresentare, in maniera creativa e attuale, molte delle contraddizioni che animano il concetto di Europa unita. Autrice e protagonista è Angela Dematté, che interpreta questa futura madre che, smarrita la capacità di parlare la propria lingua, precipita in quella che sembra la maledizione della biblica Babilonia. Una scrittura che strappa il sorriso mentre affonda il colpo, in equilibrio tra la constatazione brillante e la denuncia, su quanto siano volubili i significati che attribuiamo ai quei “nostri” valori fondativi di identità, uguaglianza, libertà.

 

 

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Scrittori e Scritture in Castello. Incontri di scrittura nel castello di San Pietro di Ragogna. Udine.

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